Una delle fiabe più conosciute di Hans Christian Andersen narra di una bambina che durante la notte di Capodanno cerca di scaldarsi accendendo un fiammifero dopo l’altro. La storia, di origine danese, si intitola Piccola Fiammiferaia e simboleggia l’indifferenza e la cattiveria di cui spesso gli esseri umani si macchiano. Nello specifico, il fiammifero viene solitamente associato ai sogni, ai desideri personali e ai ricordi di ogni singolo individuo. Il finale vuole essere un monito, soprattutto per le donne. Non basta avere dei sogni o dei progetti, è importante anche attivarsi per coltivarli e concretizzarli se non si vuole rischiare di andare incontro alla morte interiore.
Malgrado l’amarezza, il senso di abbandono e il profondo senso di ingiustizia che permeano questa antica fiaba, conservata e tramandata da Andersen, il significato onirico è tutt’altro che negativo. Sognare un fiammifero è, soprattutto per le donne, un buon segno. Il fiammifero, infatti, rappresenta un patto tra il conscio e l’inconscio e il risultato finale di tale alleanza annuncia ricchezza e guadagno futuri. Al contrario, se la fiammella viene usata per accendere una candela, per il sognatore non è un buon segno. Questa azione è un avvertimento preciso, diretto all’inconscio maschile. Il dormiente è messo in guardia nei confronti della legittima consorte, quest’ultima gli sta nascondendo qualcosa. Tuttavia può essere anche una semplice riproposizione dell’orgasmo sessuale maschile e non vuol dire che il soggetto in questione è affetto da impotenza. Il numero associato al fiammifero è il 18. Se è acceso al 37 se invece è spento al 10. I tradizionali fiammiferi di legno corrispondono al 58 mentre se sono chiusi in una scatola se sono di quelli fabbricati con la cera al 21 ma il cerino ha il 51. Dato che nell’interpretazione di questo sogno specifico è stata citata la candela, la Smorfia Napoletana indica, come ultimo numero, il 65.